L’ESTREMO ORIENTE NEI MIEI RICORDI
Se tentassi di far rivivere l’Estremo Oriente nei miei ricordi, avrei qualche difficoltà. Il racconto che potrei farti sarebbe molto meno minuzioso rispetto a questo che ti porto.
Questo “viaggio” ricco di dettagli è opera di ALESSANDRO GAIDANO, che ha tratto e redatto un suo commento al mio articolo sul Festival dell’Oriente. Il mio contributo è stato solo quello di editare il testo.
A partire da un punto di vista strettamente storico, quando si parla di Estremo Oriente, ecco che la mente, a distanza di anni, porta a lontane reminiscenze scolastiche.
Durante le elementari e poi alle medie, i nostri maestri ci illustravano in maniera più o meno seducente (o con tono monotono e noioso) le antiche civiltà che si affacciavano sul Mare nostrum e che si sono succedute nei secoli.
Parlo dei Fenici, Assiri, Babilonesi, dell’antico Egitto, per poi passare alla Grecia, all’epoca ellenistica e arrivare alla nascita dell’Impero Romano e al suo sviluppo nel tempo.
Quasi mai però venivano citate quelle civiltà che poco più a est di quello che fu il grande impero realizzato da Alessandro Magno, al di là dell’Indo, nascevano, si sviluppavano e si succedevano, altrettanto affascinanti e durature, come quella cinese, mongola, giapponese.
La Via della seta di Marco Polo
Meno male che almeno quando si raggiungeva il 1200, non si saltava il periodo nel quale il grande esploratore Marco Polo viaggiò con il padre Niccolò e lo zio Matteo attraverso l’Asia, lungo la Via della seta, raggiungendo la Cina (Catai) negli anni 1271-1295, fino ad approdare alla corte del Kublai Khan.
Kublai era nipote del grande Gengis Khan, dove divenne ambasciatore e suo consigliere personale per alcuni anni, fino al suo ritorno definitivo alla Serenissima.
A lui si spalancò un mondo pieno di sorprese, proprie di una civiltà estremamente avanzata e raffinata, che rese nota al mondo intero grazie al suo manoscritto Il Milione.
Il Milione è una vera e propria enciclopedia geografica che riunisce le conoscenze essenziali sull’Asia, disponibili in Europa alla fine del XIII secolo.
Il testo funse da ispirazione per generazioni di viaggiatori europei, non ultimo Cristoforo Colombo durante il suo viaggio verso il Cipango (Cipangu o Zipangu), fornendo spunti e materiali alla cartografia occidentale, in primis alla realizzazione del Mappamondo di Fra Mauro.
Esso rappresenta un planisfero databile attorno al 1450 in cui vi è rappresentato l’Ecumene, cioè l’intero mondo con tutte le terre conosciute all’epoca; oggi è conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.
Gengis Khan il grande conquistatore
Sotto Gengis Khan (noto anche come Temujin) nasce quella che è di fatto la Mongolia, essendo capace in pochi anni a unire tribù sparpagliate nella steppa nell’impero più esteso della storia, creando – anche grazie ai suoi successori – un impero che si estendeva dal Danubio al Mar del Giappone, dal Mare Artico alla Cambogia (24 milioni di chilometri quadrati), quasi un quarto della superficie emersa del globo.
Il motivo di questo successo fu principalmente politico, perché Gengis Khan fu innanzitutto un uomo di grande intelligenza, in grado di riunire molte tribù sotto il proprio comando.
Purtroppo giunsero anche gli insuccessi: la divisione e decadenza del suo impero, a causa della difficoltà di gestire dinamiche politiche di così grande rilevanza.
Lo stesso era accaduto ai successori di Alessandro Magno.
Incredibili comunque le similitudini tra questi due grandi condottieri, il cui ricordo permane e permarrà vivo e perenne nelle memorie storiche.
L’arte in Estremo Oriente
Per non parlare poi dell’arte in estremo Oriente che si sviluppò in paesi come la Cina, il Giappone, oppure la Thailandia con la mitica Lamphun, una delle più antiche città del paese, con una lunga storia da raccontare.
E che dire di Sukhothai, che rappresenta un grande patrimonio storico o lo spettacolo straordinario offerto dal Wat Rong Khun, il Tempio bianco che sorge a qualche chilometro da Chiang Rai, ritenuto una delle destinazioni più popolari in Thailandia e considerato tra i dieci più bei templi del mondo.
Non posso non menzionare però anche la Cambogia, le cui destinazioni principali e maggiormente visitate sono Phnom Penh, la provincia di Siem Reap (che ospita i siti di Angkor), le aree costiere di Sihanoukville, Kampot, Kep e Koh Kong, la Provincia di Battambang e il tempio di Preah Vihear.
E il Vietnam, con i suoi siti storici come il vecchio villaggio di Duong Lam o la tomba del penultimo imperatore del Vietnam Khai Dinh, i vari templi di Linh Phuoc e così via. . .
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