INTERVISTA A FRANCESCA FUGHELLI, BLOGGER DI LIBRINGIOCO
Il progetto Blog in Rete acquista sempre più valore con l’intervista a Francesca Fughelli, blogger di Libringioco e compagna d’avventura.
Mi piace paragonare Francesca a un essere mitologico metà donna e metà Wonder Woman: mille ne pensa, centomila ne fa. Dalla battuta sempre pronta e dall’ottimismo contagioso, Francesca è una di quelle persone che se non ci fossero, bisognerebbe inventarle.
Chi è Francesca Fughelli
Ciao Francesca, chi sei e cosa fai di bello nella vita?
Ciao Veronica.
Mi piace molto la vita semplice: parlare con una persona per ore, cucinare e magari mangiare in compagnia. Pensa che nella mia famiglia si possono annoverare fornai, cuochi, pasticceri: questo legame con il cibo non poteva che coinvolgere anche me! Mi piace riproporre le loro ricette e sono contenta che gli altri rimangano soddisfatti quando assaggiano i miei piatti.
Amo molto gli animali e da cinque anni condivido la mia casa con la Sofia, una trovatella da cui sono inseparabile. Mi piace che la mia vita scorra serena e nella “normalità”, insomma.
Ho un legame molto forte con la mia terra, specialmente con Bologna, la città in cui sono nata e da sempre vivo.
Dal punto di vista professionale, ho realizzato per anni siti web per biblioteche, musei e istituzioni culturali. Ora gestisco la parte moderna della BUB – Biblioteca Universitaria di Bologna, la più antica biblioteca pubblica della mia città, e ne seguo la comunicazione online e offline. Sono referente per la comunicazione anche per l’Archivio storico dell’Università di Bologna e il Centro Internazionale di Studi Umanistici “Umberto Eco”.
Nel tempo libero, leggo e recensisco libri per bambini e per ragazzi. Ci credo molto e da anni, ormai, non si tratta più solo di una passione ma faccio attività di promozione alla lettura nelle Scuole Secondarie di Primo Grado, le medie insomma.
Il blog Libringioco: di cosa si occupa
Scoprire la genesi dei nomi mi affascina. Perché la scelta “Libringioco”?
Sia come riferimento alla attività di promozione alla lettura perché è un gioco che si fa appunto con i libri, sia un po’ come metafora. In questo senso, “mettere i libri in gioco” vuol dire esporli al giudizio dei lettori, positivo o negativo che sia, purché argomentato.
Come è nato il tuo blog?
Sono una lettrice, non un critico letterario, e questa condizione mi dà una grande libertà: quella di interrompere la lettura di un libro che non mi piace e di recensire solo e soltanto libri belli.
Il blog è nato dalla volontà di condividere belle letture.
Come ogni cosa che nasce e si evolve, anche Libringioco ha avuto la sua trasformazione.
Da un blog per ragazzi da 11 a 13 anni è diventato un blog che parla anche di libri per bambini e per ragazzi di 16 anni. Ho fatto questa scelta per due motivi principali: ho scoperto da poco d’amare particolarmente i graphic novel e trovo più stimolante trattare una letteratura che varia dai 3 ai 16 anni.
Da qui alla volontà di promuovere la lettura il passo è stato breve; ho iniziato a prendere dei contatti con le scuole e ho creato i “tornei di lettura”. Un torneo di lettura è un gioco di squadra che coinvolge i ragazzi, una gara basata sui libri; vince il torneo chi legge più libri, così da ottenere un punteggio maggiore durante la gara.
La collaborazione con le scuole ha fatto in modo che il blog diventasse anche una sorta di vetrina per i libri recensiti.
Hai trovato dei problemi /difficoltà da quando hai aperto il blog? Come li hai risolti?
Il blog è nato nel 2013 ma nei primi due anni ho pubblicato poco e in modo discontinuo.
Ero dispersiva e inconcludente, iniziavo mille progetti e poi mi perdevo per mille rivoli.
Nel 2017 l’ho ripreso in mano con maggiore assiduità e disciplina. Per due anni l’ho usato come diario dei miei pensieri, delle mie opinioni in merito a quello che leggevo e agli argomenti che i romanzi affrontavano.
È stato il mio psicoterapeuta a incoraggiarmi a scrivere con regolarità: un compito che mi dava tra una seduta e l’altra per migliorare l’auto-disciplina. Era un esercizio in cui dovevo impegnarmi per imparare a portare a termine gli obiettivi che mi ero prefissata senza perdermi in mille distrazioni.
Di cosa si nutre un blog per avere seguito, secondo te?
Devi conoscere la materia, aggiornarti continuamente e imparare delle tecniche di scrittura web e di indicizzazione. Last but not least: fare personal branding, la cui natura mi è ancora in parte sconosciuta ma sto imparando. . .e qualche risultato sta arrivando.
Francesca Fughelli e la scoperta di una seconda adolescenza
Quanto c’è della Francesca “adolescente”, nel tuo blog?
Ovviamente mi hai scoperta! Nel blog parla quasi esclusivamente la Francesca adolescente, quella che trova ancora spunti interessanti e stimoli a migliorarsi nei romanzi di formazione.
La Francesca che si commuove leggendo i romanzi di educazione all’affettività, che parte per un altrove insieme ai personaggi dei libri fantasy. La Francesca che fa un viaggio nel tempo quando legge i romanzi ad ambientazione storica.
In che modo la letteratura aiuta a crescere?
La lettura ci fa vivere mille vite senza uscire dalla nostra pelle, ci permette di incontrare l’altro virtualmente per sapere come comportarci quando ce lo troviamo di fronte realmente.
Grazie ai libri, abbiamo l’opportunità di vivere alcune situazioni pericolose (l’esperienza della droga, i rapporti affettivi violenti, la vita nelle periferie degradate. . .) senza “farci male”.
La letteratura per bambini e ragazzi è una specie di work out con allenamenti differenziati a seconda dell’età del lettore: un’ottima “palestra” che porta solo grandi risultati.
Se dovessi scegliere un libro che ti rispecchia, quale sarebbe?
Di libri in cui io mi possa rispecchiare ce ne sono davvero tanti: ogni libro mi restituisce qualcosa di me stessa.
Sceglierne uno sarebbe quasi come “tradire” gli altri ma, se proprio devo dire un titolo, quel libro è Alice nel Paese delle Meraviglie.
Hai scoperto qualche altro aspetto di te stessa, grazie alla scrittura?
In assoluto non ho un’idea generale della scrittura.
Per me, la scrittura è stata terapeutica: mettere nero su bianco i miei pensieri e avere il tempo di dire ciò che voglio dire mi ha aiutata molto. È stata una medicina dell’anima nei momenti più difficili e un buon modo per mettere più disciplina nel mio agire.
Lo spazio bianco placa le mie ansie, forse perché ho facilità e fluidità di scrittura.
Quando voglio parlare di qualcosa che mi è piaciuto e ho davanti una pagina bianca, è come se le mie dita andassero da sole seguendo il flusso dei pensieri. E più scrivo, più scriverei.
Ringrazio Francesca Fughelli, blogger di Libringioco, per la bella intervista e per essersi fidata di me.
Grazie al giornalismo costruttivo per averci aperto un mondo nuovo e ispirato altre vie del nostro percorso.
Puoi trovare Francesca anche su Instagram: https://www.instagram.com/libringioco/
Photo credit: Anni Roenkae di Pexels per l’immagine in evidenza
Photo credit: Francesca Fughelli